venerdì 20 marzo 2009

Miss Belle Kriss


Era l'estate del 1998, non avevo più di tre o quattro mesi e, da quando un umano vraiment poco umano mi aveva abbandonata sulla spiaggia di Sori, la vita per me era diventata una scommessa quotidiana. Ma la sera di ferragosto la mia sorte cambiò grazie ad un incontro fortunato. C'era un bel ragazzo seduto sulla sabbia intento a contemplare la luna; io mi avvicinai e cominciai a sfilare davanti a lui, una, due, tre volte, emettendo anche qualche dolce miagolio, benché nell'animo mi sentissi completamente disperata. Credetemi: è una vera impresa fare le graziose quando lo stomaco è vuoto e le zampe ti cedono! Ma qualcosa mi diceva che quello sconosciuto aveva un debole per i felini... Infatti, non mi sbagliavo: di lì a poco il giovane allungò una mano e mi accarezzò, non facendo alcun caso della mia pelliccetta sporca e spelacchiata. Preso un po' di coraggio, cominciai a dimostrargli un grande trasporto, nel modo tipico di noi gatti, con moine e fusa emesse dolcemente. Il tempo passava e aumentava la reciproca simpatia, ed io sentivo avvicinarsi il momento magico in cui avrei ricevuto in dono una di quelle meravigliose scatolette piene di carne che talvolta gli umani estraggono dai loro stravaganti indumenti. Regalarmi un bel pasto: forse il mio nuovo amico stava pensando proprio a quello. Ma, benché io non potessi immaginarlo, forse si stava chiedendo dove trovare cibo per animali la notte di ferragosto.
Ad un tratto il ragazzo fece ciò che proprio non mi aspettavo: mi raccolse da terra e mi sistemò all'interno della sua camicia, quindi si allontanò a passi rapidi dalla spiaggia. Di lì a poco udii un grande rumore e l'aria che gonfiava il tessuto del mio precario rifugio. Mon Dieu! Non mi era mai accaduto di viaggiare in motocicletta (poiché era quello il mezzo di trasporto del mio amico) e immagino che non abbiate difficoltà a comprendere quanto quelle strane sensazioni mi terrorizzassero. Nella mia confusione, ogni tanto mi aggrappavo con le unghiette alla pelle nuda del mio salvatore, ma per fortuna le avevo ancora troppo piccole per fargli male, altrimenti avrei anche potuto indurlo a buttarmi sulla strada per liberarsi di me. Presto però mi tranquillizzai completamente, poiché nulla di male mi accadeva e, alla fine di un viaggio che mi parve lunghissimo, il mio principe azzurro mi liberò dentro un ambiente molto illuminato, quindi depose ai miei piedi, pardon, alle mie zampe, una ciotola colma d'ottimo latte fresco.
Quello era solo l'inizio della mia nuova, comoda vita!
(Estratto dalle memorie di una gattina molto ma molto ben sistemata)